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Il Senatore d'Alì contro l'abusivismo nel campo delle rinnovabili

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Di energie rinnovabili si parla spesso, giustamente, ma altrettanto spesso ci si dimentica delle conseguenze causate dall’uso improprio di impianti nati per incrementare l’uso di fonti energetiche alternative e purtroppo divenuti fattori di sfruttamento.


Nello specifico ci si riferisce a quanto avvenuto in Puglia, un sequestro effettuato dagli agenti della Forestale di due impianti fotovoltaici privi di autorizzazione. Si tratta di opere costruite in maniera difforme rispetto all’autorizzazione concessa e per questo il commento del Senatore d’Alì si segnala per puntualità e precisione: ”Esistono zone d’Italia in cui gli impianti eolici e fotovoltaici sorgono senza alcuna programmazione. Le responsabilità – continua il presidente della Commissione Ambiente – appartengono agli Enti che concedono i permessi ma anche a un generico lassismo che sta causando danni al paesaggio”.


Il fatto paradossale è che anziché valorizzare il territorio e impiegare risorse naturali per inquinare meno, alcune strutture danneggiano il suolo e alterano la composizione dei siti, proprio perché non si è fatta un’indagine in precedenza per verificare l’opportunità di determinati impianti in certi posti.
Nelle serre, ad esempio, avviene talvolta che ci sia un uso sbagliato di queste tecnologie e per questo il Governo ha cancellato gli incentivi per questi impianti e, secondo il Senatore Antonio d’Alì, occorre ora andare oltre e consentire gli incentivi nelle sole aree già urbanizzate.


Antonio_d'AlìLa Commissione Ambiente del Senato, in seguito al caso pugliese, ha posto l’attenzione sull’uso che viene fatto dell’eolico e del fotovoltaico in Italia, rivolgendosi anche a Regioni e Comuni affinché presentino piani energetici ben definiti che rispettino le dovute cautele e che servano a capire quali sono le effettive necessità energetiche di una provincia o di una città.
D’Alì, come sempre attento all’impatto ambientale, da anni ha denunciato questa forma di abusivismo che pur essendo meno noto può essere grave quanto quello edilizio.


Gli incentivi, ha aggiunto, non dovrebbero essere adoperati in maniera indiscriminata bensì essere usati per un corretto sviluppo delle fonti energetiche non inquinanti.

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